From the reviews / Estratti da recensioni
Meticulous preliminary sketches prove that his landscapes are carefully planned. The final execution is so assured that the actual paint is no thicker than a photographic emulsion. In this Kopp approaches Velasquez’s minimal touch in such late masterpieces as “Las Meninas” with apparently no second thoughts or re-touching. John Hart, “Dieter Kopp’s imagery a correction for faulty vision,” Daily American, 18 April 1974
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le sue nature morte sono tutte vere e tutte visibili, eppure sembrano cifrate in un alfabeto misterioso, forse quello dei sogni, un alfabeto di indizi inesplicabili.
Enzo Siciliano, “È ancora arte degli Anni 60?” La Stampa, 22 April 1976
gli olii e gli acrilici di Kopp si espandono e si fissano, come se l’artista avesse cercato e trovato, senza apparente fatica, una propria via verso un fare grande, largo, sereno, quasi assurdamente umanistico. Fabrizio D’Amico, “Kopp e la sua ‘magna charta,’” La Repubblica, 31 March 1982
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